Di fronte alla morte diventiamo tutti muti. Non abbiamo parole adeguate per questa realtà che va al di là della nostra esperienza personale. Venerdì Santo più che mai ci troviamo in questa difficoltà: di fronte alla morte del Figlio di Dio, che c’è da dire? Come mai possiamo parlare quando il Verbo stesso è morto?
Ma abbiamo le sue parole, dalla croce, delle quale il Vangelo di Giovanni ricorda tre, e da queste parole possiamo imparare qualche cosa sul significato di questa morte, avere un impressione su come Gesù stesso ha sperimentato e vissuto la sua morte.
‘Donna, ecco tuo figlio.’ ‘Donna’ è il titolo che Gesù ha dato a sua madre nel secondo capitolo del Vangelo di Giovanni, alle nozze di Cana. E ci sono tanti legami fra quel miracolo dell’acqua diventata vino e questo momento della morte di Gesù sulla croce. Quello era il primo segno dato da Gesù e la sua morte sulla croce è il suo ultimo segno. Alle nozze di Cana manifestò la sua gloria ai discepoli e sulla croce manifesta la sua gloria al mondo intero. A Cana diceva che non era ancora giunta la sua ora. Sappiamo che l’ora della quale parlava è l’ora della sua passione e della sua morte, l’ora di passare da questo mondo al Padre.
‘Ho sete.’ È la seconda parola di Gesù dalla croce. Il miracolo di Cana già ci invita a pensare alle sete più profonde, non soltanto quelle per l’acqua o per il vino, ma la sete per la verità, per l’amore, per la giustizia, magari la nostra sete anche per Dio. Gesù parlava spesso di un’acqua che è venuto a darci: ‘chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete’, diceva alla Samaritana. Una volta insegnando nel tempio diceva: ‘chi ha sete venga a me e beva … chi crede in me … fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno.’ Questo egli disse, Giovanni ci spiega, riferendosi allo Spirito. Adesso, dalla croce, Gesù stesso dice ‘ho sete’. È la sete di un uomo morendo, certo, ma anche la sete del Verbo Incarnato, la sete del Figlio Eterno, il suo desiderio per l’amore del Padre, e perché quelli che egli ama possono partecipare in quell’amore, nella comunione del amore divino. Quando il soldato ha colpito il suo fianco, subito ne uscì sangue e acqua. Nel momento nel quale Gesù dà tutta la sua vita, tutto il suo potere, tutto il suo amore, la sua sete crea una sorgente di vita spirituale e soprannaturale che è la vita della Chiesa.
‘È compiuto.’ Questa è l’ultima parola di Gesù secondo il vangelo di Giovanni. Tutto è fatto. L’ora è compiuta. Il lavoro è finito. È rimasto fedele alla volontà del Padre, mostrando al mondo intero la gloria del Figlio unico del Padre, pieno di grazia e di verità. ‘Chinato il capo, consegnò lo spirito.’ È il momento della sua morte, è entrato nelle tenebre della morte. Il mondo è ancora una volta informe e deserta, le tenebre ricoprano l’abisso, ma lo spirito consegnato da Gesù aleggia sulle acque.
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