Sunday 8 July 2012

Week 14 (Year B) Sunday -- 8 July 2012


Readings: Ezekiel 2:2-5; 2 Corinthians 12:7-10; Mark 6:1-6

C’è un famoso detto del scrittore inglese, Lord Acton, dicendo che 'il potere tende a corrompere e il potere assoluta a corrompere assolutamente'. Conosciamo tanti esempi di questo attraverso i secoli e in tutto il mondo, il potere del potere a corrompere le persone. Nei rapporti umani, il potere è, forse, la realtà più difficile a controllare e a regolare.
                                                                                                                         
Le letture della messa di oggi parlano tutti i tre del potere, di diversi tipi di potere. Nella prima lettura c'è un contrasto tra il potere che entrava in Ezechiele per farlo stare in piedi (uno spirito entrò in me, dice), e il potere di coloro che doveva confrontare, i capi del popolo, sia politici sia religiosi. Paolo, nella seconda lettura, si vanta della sua debolezza, non perché non ha alcun potere, ma perché è ben consapevole dei pericoli del potere. Affinché io non monti in superbia, dice, Dio mandò un inviato di Satana, una spina alla carne. Ha pregato il Signore perché allontanasse da lui questa spina, fino al punto che è stato rivelato a lui questa parola dal Signore: 'la mia grazia ti basta, la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza'. La forza si dimostra perfetta nella debolezza: che strano, questo pensiero, paradossale.

La lettura del Vangelo parla del ritorno di Gesù nella sua città natale e il modo antagonistico in cui è stato ricevuto. Cosa è andato storto? Come tutti i profeti che portano la Parola di Dio verso i suoi popoli proprii, viene respinto. 'Sappiamo chi è', dicono, sprezzante. 'Chi è che si crede di essere?', chiedono, sprezzante. Il potere di Gesù è neutralizzato da questa reazione – noi sappiamo chi è – e san Marco ci dice che Gesù non poteva compiere nessun prodigio nella sua patria.

Il potere ci dà un senso di dignità e di valore, di contare per qualche cosa e di essere efficace nel mondo. Le persone umani sono pronti a sacrificare tante altre cose per avere questo senso di valore e di efficacia. Cerchiamo in noi stessi, e nei gruppi con i quali ci identifichiamo, per sentirsi potente e significativo, sicuro nella nostra identità e, più che mai, la nostra superiorità agli altri.

In contrasto, l'amore e la bontà, la verità e la grazia, potrebbero sembrare deboli e inefficaci negli affari quotidiani della vita. Attendere che Dio darà valore, integrità e efficacia alla mia vita: questo potrebbe sembrare sciocco. Ma Ezechiele conosce la forza che deriva dall'avere la Parola di Dio dentro di lui. Paolo anche sa questa forza, come sa bene la lotta interna generata fra le diverse forme del potere nel suo cuore. Scrive spesso sulla battaglia tra lo spirito e la carne, fra il potere del mondo che è in noi e il potere della Parola di Dio, la forza dello Spirito, che è anche in noi.
Gesù capisce meglio di tutti perché sa bene quello che c’è in ogni uomo . Egli conosce la forza e l'autorità del amore, proprio come conosce le difficoltà incontrate dall’amore quando cerca di convincere il mondo della sua saggezza. E’ veramente saggio e non stupido, questa via dell’amore? E’ veramente potente e non debole? L'amore è l'unica grande potenza nel mondo che non diventa violenta, perché contiene e riconcilia in se questo paradosso di forza e di debolezza, di saggezza e di stoltezza. L’amore porta con se vulnerabilità, accettazione, pazienza, esperienza. E l’amore porta anche con se forza, dignità, valore, identità.

Le tentazioni del potere sono implacabili e insidiosi, e anche quando pensiamo di essere distaccati da loro tornano in forme sottili, che fa confondere. L'orgoglio, l'arroganza, la superiorità - queste sono le radici che germogliano l'indifferenza, lo sfruttamento, la corruzione, l'abuso degli altri. Di fronte a queste cose la fede conta per nulla e Cristo stesso è reso impotente: non può compiere nessun prodigio dove non c’è la vulnerabilità, la franchezza, l’accettazione dei limiti e della debolezza. La saggezza di Cristo sarà respinta come irrealistica e poco pratica, anche se continuiamo a pretendere che siamo seguaci di questa sua via di amore e di verità. Il potere di Gesù sarà considerato semplicemente come debolezza. Il suo grande atto salvatrice di impotenza radicale, la sua morte sulla croce, verrà ignorato o trasformato in qualcosa di pietà.

Preghiamo il Signore perché ci liberi dalle catene dell'orgoglio e del potere, perché ci darà il coraggio per questo viaggio verso la verità. Preghiamo perché ci guida nel suo regno, dove l'amore tende a guarire e a salvare, e l'amore assoluto a guarire e a salvare assolutamente.

You will find here an earlier version of this homily, in English.

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